Guerra e pace

Spesso mi pongo la domanda dove sta andando questa nostra civiltà? Il sole all’orizzonte, io non lo vedo. Al contrario, la foschia è dappertutto ed ogni giorno diventa più densa. Questi giorni mi sento davvero infastidito. Tutto è iniziato con l’incontro del gruppo G7: i 7 dei paesi più industrializzati del mondo; autoproclamati tali. Quando il gruppo era fondato, forse le cose stavano così, ma oggi siamo molto lontani dalla realtà. Il Canada non può essere paragonato alla Cina in quasi nulla, tranne forse in termini di area che lo stato occupa, ma è nel gruppo mentre la Cina non fa parte. Subito dopo la fine di quel raduno, si è riunita la NATO, l’organizzazione militare dei paesi occidentali. Una volta esisteva il Patto di Varsavia, i paesi socialisti uniti attorno all’Unione Sovietica. Oggi la NATO è sola e non mi è del tutto chiaro a cosa serva. Tutti questi eventi hanno acquisito un ulteriore significato con la presenza del nuovo presidente americano; il precedente si preoccupava di più dei problemi del suo paese ed è per questo che era più simpatico a me. Ai suoi tempi c’erano tensioni con russi e cinesi, ma ora siamo arrivati al livello della Guerra Fredda di circa cinquant’anni fa. Quella Guerra Fredda ha il suo culmine con la cosiddetta crisi missilistica cubana, quando il mondo era sull’orlo di una guerra nucleare. Sembra che il nuovo presidente americano voglia introdurci in un periodo del genere.

Qual è il problema fondamentale della razza umana? Vogliono avere dei punti fermi, cose di cui sono sicuri e che non cambieranno: essendo un punto fermo, ci si può fidare, con certezza. Uno dei punti fermi più comuni è la religione. Dio esiste perché tu credi in lui ed è un postulato valido senza verifica. Significa che puoi sempre contare su di lui. Diventa meno importante se esiste o meno. Da questi vertici è uscita una cosa che ultimamente va molto di moda. I partecipanti, quasi tutti, hanno affermato che i nostri valori dovrebbero essere difesi e il presidente della NATO ha affermato che i cinesi non condividono i nostri valori con noi. Siamo diventati i veri egoisti; sono importanti soltanto le nostre cose. Sto scherzando, siamo sempre stati così. Quali sono i nostri valori a cui si riferiscono, cioè i valori della civiltà occidentale. Più o meno parleranno di democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani. Siamo qui per difendere la democrazia, tuonano i politici occidentali. Così gridavano i missionari cristiani in tutto il mondo: siamo qui per trasmettervi la parola di Dio. Cambiano i metodi perché i tempi sono diversi, ma il concetto è sempre lo stesso, e così anche l’obiettivo finale: proteggere il proprio interesse, prima di tutto economico, e sfruttare il più possibile gli altri. Adesso in Occidente si sta diffondendo il timore che possano perdere la leadership del mondo che, oggettivamente, hanno avuto negli ultimi cinquant’anni. Ora nuovi giocatori forti stanno entrando in gioco, e questo fa paura.

La Cina è diventata il principale avversario dell’Occidente. È vero, sono anche arrabbiati con i russi, ma i russi non hanno un ruolo globale così significativo, tranne in alcune parti del mondo, che per ora sono ancora meno importanti. I cinesi sono ovunque: a partire dai paesi più piccoli e meno sviluppati del mondo, ai quali apparentemente prestano un’assistenza generosa (sia chiaro, ho detto apparentemente), e attraverso tutti i principali paesi occidentali (negozi, bar e alcuni servizi sono nel loro mani), conquistano una posizione di leadership nel campo della tecnologia (sono arrivati più avanti con la tecnologia 5G) e possiedono più di un quarto del debito estero statunitense. Ovunque ti giri, loro ci sono. In questi giorni sono iniziati gli Europei di calcio. Vedi pubblicità negli stadi? Sono in cinese. Pubblicizzano gli elettrodomestici Hisense; almeno ho concluso così perché ho visto anche le scritte tradotte. Ho in casa il loro frigorifero, stile vintage. Ce ne sono di migliori, diciamo quelli italiani, ma questo costa molto meno. Anche quando ero piccolo, si diceva che i cinesi avrebbero governato il mondo. Allora per cosa ci arrabbiamo, quando era già scritto nel nostro destino.

Qualcuno comincia a rendersi conto che i problemi che abbiamo oggi sono in parte, ma in gran parte, colpa nostra, di noi occidentali. Non noi cittadini, perché nessuno ci chiede niente, ma il governo che lavora secondo i voleri dei magnati economici, delle multinazionali. Ricorda che la politica è solo un braccio esteso dell’economia. Alla fine degli anni ottanta inizia il trend della produzione nei paesi sottosviluppati. Apri uno stabilimento in uno di questi paesi e la forza lavoro ti costa molto meno e il profitto cresce. Tali paesi accettarono di buon grado il capitale straniero per uscire dalla miseria. Uno di questi era la Cina. A differenza di altri, la Cina è una nazione enorme e i cinesi sono grandi lavoratori, un popolo che si accontentano di poco. Nel tempo hanno iniziato a capire le tecnologie, a lavorare per migliorarle, a investire quanto guadagnato nell’educazione dei giovani e oggi sono quello che sono. Da terra sfruttata (hanno pagato un biglietto d’ingresso), sono diventati un competitore. Grazie ai capitali occidentali. Mentre le grandi aziende sfruttavano il lavoro nei paesi sottosviluppati, a scapito del lavoro domestico, era di loro gradimento e facevano di tutto per globalizzare il mercato, per semplificare al massimo l’importazione e l’esportazione delle merci, preferibilmente in franchigia.

Una parte tutto questo paghiamo anche noi, perché lo standard è in calo da anni, perché la mole di lavoro è diminuita, e gli stipendi sono più bassi di prima. E ora sembriamo arrabbiati con loro. Io sono arrabbiato con i nostri, soprattutto a causa dell’ipocrisia diffusa. Un attacco alla Cina non democratica è solo una scusa; non rispettano i nostri valori. Siamo per la democrazia, ma solo quando ci fa comodo. Quando non va bene, siamo disposti a cambiare idea. Ricordate la Primavera Araba, un periodo in cui numerosi popoli arabi nell’area mediterranea si sono ribellati contro le loro classi dirigenti? Il dittatore Mubarak è caduto in Egitto. Applausi! Successivamente si sono svolte elezioni democratiche. Applausi! L’elezione è stata vinta dai Fratelli Musulmani, un partito religioso fondamentalista. Nessun applauso, con qualche fischio di nascosto (alla fine tutto si è svolto democraticamente). Poi la leadership militare organizza un colpo di stato e sale al potere, il che era un atto grossolanamente antidemocratico. Applausi silenziosi! Non poteva essere quelli rumorosi (come in sostanza erano), perché si sarebbe capito che avevamo deviato un po’ dalla nostra retta via. Siamo sinceri: il valore principale dell’Occidente sono i soldi. Tutto altro è in funzione della moneta.

Non so come vedi questo mondo; a me non mi piace, per niente. In qualche modo viene tutto come quando entri in un casinò online. Hai ragione, non entri ma accedi. Tutto dipende dalla fortuna, se esci senza pantaloni o le tue tasche saranno piene di soldi. Per lo più succede quella prima cosa. Il mondo è sempre concettualmente lo stesso. Le persone, la cultura, le lingue cambiano, e la tecnologia libera ogni giorno sempre di più le persone dal duro lavoro, ma il rapporto tra chi possiede ricchezza e chi lo aiuta ad acquisirle è sempre lo stesso: i poveracci hanno sempre bisogno di una bottiglietta di vaselina (un bel concerto rock, una partita di calcio, ubriacarsi in compagnia…) affinché potessero continuare il più possibile la loro triste vita. Meglio quello della rivoluzione; puoi morire lì, e quando è finita, tutto va alla vecchia maniera, anche se con un nuovo approccio.

Guerra e paceultima modifica: 2021-06-18T12:15:17+02:00da casinodellavita
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